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I clindri rotativi vengono utilizzati per impasti frolli, dove non c’è molta variazione nelle proprietà dell’impasto. Con questo processo è abbastanza facile incidere il disegno, e si può anche realizzare un prodotto bicolore, separando 2 tipi di impasti nella tramoggia. I cilindri rotativi sono realizzati con materiali atossici conformi alle normative alimentari ed in particolare hanno un corpo in bronzo teflonato o meno e/o materiale plastico. E quando il materiale non è sufficiente per coadiuvare una buona resa di stacco ed una lunga durata del rullo, Errebi Technology considera trattamenti speciali come la sabbiatura, o ancora, speciali costruzioni di rulli a temperatura controllata. I cilindri rotativi hanno una particolare geometria su cui si riconoscono file dritte o intercalate, interassi, passi, il tutto appositamente studiato per sfruttare al massimo la superficie del rullo nel rispetto della distanza per evitare che prodotti troppi vicini possano attaccarsi tra loro. La costruzione consiste in un albero con carcassa in acciaio sufficientemente robusta da impedire qualsiasi flessione e pronta a supportare una serie di anelli intercambiabili realizzati con bronzo e plastica, oppure bronzo e rivestimento in teflon. In alcuni casi la costruzione può essere anche fissa, ma in tutti i casi le proposte sono soluzioni personalizzate in base alle singole esigenze. Il cilindro rotativo rappresenta il cuore del processo, mentre i suoi alveoli rappresentano il cuore del rullo. Di fatto gli alveoli non solo un incavo da riempire con della pasta. Errebi Technology ha alle spalle una lunga esperienza di progettazione del dettaglio: raggio, angolo di stacco, compensazione in profondità sono solo alcuni esempi di tutti i parametri che i nostri ingegneri devono tenere in considerazione quando progettano un nuovo stampo. Il tutto per prevenire ed evitare le “code” sui biscotti, ovvero quella deformazione causata principalmente dall’elevata velocità degli impasti abrasivi e che provoca pesi incontrollati, bassa qualità e quindi maggiori costi di lavorazione; ma anche per compensare in caso di particolari disegni oblunghi e/o impasti molto frolli con diversa profondità dell’alveolo ed evitare il cosiddetto effetto “torre di Pisa” e tutti i problemi legati all’impilamento e al confezionamento. Da questo studio dipenderà uno stacco perfetto, un peso richiesto equilibrato e le dimensioni del biscotto finale.